Tempesta, Giorgione


Tempera a uovo e olio di noce, 1502/1503, 83x73 cm, Gallerie dell'Accademia di Venezia. 


Questo dipinto, insieme al tedesco Dürer, ai disegni di Leonardo e, ovviamente, alla scuola veneziana, rappresenta un punto importante per la nascita del paesaggismo moderno e della riscoperta della natura nella pittura sia come sfondo che come protagonista indiscussa.

La Tempesta è di difficile interpretazione. Si può osservare un corso d'acqua attraversato da un ponte, un muro con decorazioni, elementi naturali, una donna con un bambino ed un uomo che osserva. Sul lato destro, lungo il corso d'acqua, uno sviluppo di paese; questo potrebbe essere Padova.

Le case hanno delle torrette molto particolari: sono i piani alti degli edifici, che nel 1800 vennero chiamate altane. Queste potevano avere diverse funzioni: se coperte, potevano essere degli ottimi magazzini per il cibo; altrimenti, erano utilizzate come punti d'osservazione suscitando nell'abitante una certa formula di gradimento.

I tre personaggi sono immagini molto popolari. Ci sono diverse scuole di pensiero che attribuiscono un'identità a questi ma quella prevalente afferma che la donna col bambino non sia la Vergine ma  rappresenti semplicemente un'immagine della maternità. Sul lato sinistro c'è un astante che osserva; non si capisce bene la sua tipologia ma la caratteristica che indubbiamente colpisce è l'asta che regge con la mano destra. Quest'elemento distintivo diventerà preponderante nella figura del viandante solitario, tipico del mondo romantico di fine 1700 e per tutto il 1800. 

Il ponte funge da sbarramento spaziale, altrimenti l'occhio scivolerebbe nei confronti dell'infinito. Anche le rovine hanno la stessa funzione: esse, infatti, delimitano il civile dal selvaggio, dalla natura ed il uso libero sfogo.  

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